
Per effetto di una crisi che sembra non voler dare tregua alle famiglie, proprio nel 2013 il 69% evidenzia una diminuzione del potere di acquisto. Siamo ben lontani, dunque, da una seppur minima speranza di ripresa economica. A ulteriore conferma delle condizioni critiche in cui versano buona parte degli italiani, il 2012 ha visto una fuga, verso paesi esteri, in aumento del 28,8%, il 54,1% dei quali sono giovani al di sotto dei 35 anni.
La situazione è drammatica alche dal punto di vista dell'occupazione, dato che il 14% degli italiani vive nel terrore di perdere il proprio posto di lavoro, mentre ben 6 milioni di lavoratori devono fare i conti col precariato e 4,3 milioni non riescono a trovare un'occupazione.
Come inevitabile conseguenza della crisi che non lascia scampo, gli italiani hanno ridotto al minimo, se non eliminato totalmente, gli sprechi e le spese non indispensabili. Un numero sempre crescente di persone, infatti, ha preso l'abitudine di fare la spesa nei mercati e nei discount, ha diminuito in maniera sostanziale le uscite al cinema e la frequentazione di ristoranti e pizzerie, ha ridotto l'utilizzo delle automobili e degli scooter limitando le uscite.
E, come ipotizzabile, aumenta il divario tra Nord e Sud, laddove il Pil pro-capite nel Meridione è il 57% di quello del Settentrione, mostrando dunque una situazione addirittura peggiore rispetto a quelle di Spagna e Grecia.
Unica nota positiva, evidenziata dal Censis nel Rapporto in questione, riguarda la raccolta differenziata: il 67% degli italiani, infatti, è ben informato a riguardo, il 20% ha le idee poco chiare e solamente un 12,6% afferma di essere completamente disinformato a riguardo.
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