Ora i grandi distributori italiani hanno un nuovo avversario a cui badare: la multinazionale PepsiCo entrata nel mercato italiano delle chips con le patatine Lay's. AmicaChips e Unichips si spartiscono da soli la metà della torta. La prima 83 milioni di euro e 4% di export ( Corea del Sud e paesi del Mediterraneo), la seconda più di 300 milioni - 20 solo di export. Ultimamente è decisa a fare parte del mercato dei grandi paesi consumatori di junk food: Usa, Canada e Paesi Arabi. Ma la PepsiCo fa paura con i suoi 30 miliardi di fatturato e per l'Italia ha chiesto amicizia per la distribuzione all'italianissima Ferrero ( 8 miliardi di fatturato).
Tramite un portavoce la stessa PepsCo ha dichiarato che il nostro paese per ora non è molto attento alle patate Lay's, ma è un mercato nuovo dove ci sono margini di miglioramento. Infine da non sottovalutare che l'Italia è un ponte naturale con il sud Europa in forte sviluppo.
Gli altri piccoli food Ica food e Pata resistono con un 20% di fatturato complessivo tenendo testa alle Pringles che sembra non vadano più di moda , anche se le Kellog's con le sue chips è cresciuto del 10% ed ha acquisito le Pringles da Procter &Gamble per 2,7 miliardi di dollari in contanti. Per questo si vociferà di un'alleanza tra Amica Chips e Unichips -San Carlo ma che è stata smentita da Sara Vitaloni capo di quest'ultima - mentre Alfredo Morati le fa eco dicendo, che oltre a esistere un accordo di cartello con le Unichips i due marchi operano allo stesso modo: qualità distintiva garantendo sicurezze occupazionali. Eppure l'Antitrust ha acceso un faro proprio su Amica Chips su segnalazione dell'Unione nazionale consumatori in merito alla dicitura '' patatine artigianali e hand cooked'' che pare non corrisponda a verità. Ma per questo come ha ben detto Massimiliano dona dell'Unc '' il provvedimento è ancora in fase d'indagine''.
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