La tassa sui dolci e gelati introdotta dal governo finlandese nel 2011 verrà abolita a partire da gennaio 2017. Un dietro front da parte della nazione nordica deciso per assecondare le richieste da parte della Commissione Europea: l'accisa di 95 centesimi di euro per ogni chilo prodotto, voluta dal governo finlandese era stata introdotta per scoraggiare il consumo di cibi calorici, avrebbe costituito una violazione che si basa sul libero mercato e concorrenza tra i paesi comunitari.
La sanità finlandese è contraria a questo genere di taglio, benché in quattro anni non si sono registrati particolari cambiamenti nell'uso di dolci e gelati. Chi invece né ha beneficiato sono state le casse dello stato: 105 milioni di euro d'incasso previsti nel 2015 rispetto agli anni precedenti. Una somma non definitiva a fronte di altri 147 milioni di euro di guadagno, grazie agli introiti su un'altra tassa 'quella delle bibite'. In questo caso, il governo rivedrà l'accisa, ma non la toglierà in modo definitivo come quella sui dolci e gelati.
La Finlandia non è stata l'unica nazione obbligata dall'Unione Europea a togliere una tassa sul cibo, anche la vicina Danimarca dopo aver introdotto una tassa sui grassi nel 2011 - che aveva condizionato anche i nostri salumi e formaggi, si era vista obbligata a fare dietro front soltanto un anno dopo. La decisione è stata presa non solo per volere dall'alto, ma poiché si era innescato negli stessi danesi l'abitudine di comprare prodotti alimentari in Svezia e a volte oltre il nord Europa.

La Finlandia non è stata l'unica nazione obbligata dall'Unione Europea a togliere una tassa sul cibo, anche la vicina Danimarca dopo aver introdotto una tassa sui grassi nel 2011 - che aveva condizionato anche i nostri salumi e formaggi, si era vista obbligata a fare dietro front soltanto un anno dopo. La decisione è stata presa non solo per volere dall'alto, ma poiché si era innescato negli stessi danesi l'abitudine di comprare prodotti alimentari in Svezia e a volte oltre il nord Europa.
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